Le origini del merletto a fuselli sono incerte, non è possibile stabilire quando e dove sia stato inventato, i primi manoscritti sull’argomento risalgono al 1400 e parlano di lavori eseguiti con attrezzi rudimentali (fuselli ricavati da ossa animali e lische di pesce usate come spilli).
Molti paesi europei si contendono il merito di aver dato i natali a quest’arte, la Germania, la Francia, l’Italia, le Fiandre. Dalle poche prove scritte che ci restano, sembra che sia stata proprio l’Italia il primo centro di diffusione, e da qui poi, per opera dei mercanti veneziani, la tecnica del merletto a fuselli si propagò negli altri paesi europei.
Ciò che si suppone sulle origini delle trine a tombolo è che derivino dalla lavorazione delle passamanerie e dei galloni in oro e dal ricamo a reticello; la sua diffusione è avvenuta probabilmente attraverso le vie della navigazione, nei paesi affacciati sul mare o su fiumi o canali navigabili.
Per quanto riguarda l’Italia, questa tecnica si instaurò verso la fine del 1400 soprattutto a Milano, Genova, Venezia, Pisa e Napoli.
Nel 1700 e nel 1800 praticamente tutte le donne di S. Margherita Ligure lavoravano al tombolo. Col passare del tempo questa preziosa arte venne lentamente dimenticata, danneggiata dalla concorrenza straniera ma anche dall’avvento delle macchine tessili, che producevano merletti meno belli ma più a buon mercato.
Oggi si assiste ad un rinnovato interesse nei confronti di questa tecnica, ormai paragonata ad una forma di arte, scuole e associazioni cercano di recuperare e portare avanti i punti tradizionali locali.